giovedì 1 ottobre 2020

La Cattedrale di Santa Maria Assunta di Melfi

La cattedrale di Santa Maria Assunta è il monumento religioso più importante del centro storico di Melfi. Nel gennaio del 1958 papa Pio XII l'ha elevata alla dignità di basilica minore[1] e a ricordo di ciò, nella navata di sinistra, è stata collocata una lapide con incisa la bolla papale. 



La basilica, squassata da innumerevoli terremoti, conserva ben poco del suo passato glorioso, ad eccezione del campanile. Le prime costruzioni risalirebbero al 1076, volute da Roberto il Guiscardo. Nel 1153 Ruggero II, oltre al rifacimento della facciata, di cui nulla resta, fece realizzare un imponente campanile in stile romanico normanno, alto circa 50 metri ed edificato da Noslo di Remerio, che si sviluppa su tre piani.

Gli ultimi due piani sono alleggeriti da quattro bifore per ogni piano, abbellite da decorazioni in pietra bianca (pietra di Trani) e nera (pietra lavica) e notevolissime raffigurazioni di animali fantastici, sempre a tarsia bicolore. Il piano terminale della torre è crollato nel terremoto del 1851 portando alla costruzione dell'attuale guglia ispirata al campanile della cattedrale di Venosa. Il campanile contrasta fortemente con l'attuale aspetto barocco della cattedrale che ha subito numerose ricostruzioni che ne rendono problematico lo studio. L'ultima campagna di ricostruzione risale al 1770, voluta dall'allora arcivescovo Spinelli, in seguito al devastante terremoto del 1694.

Il campanile è uno dei monumenti più insigni dell'architettura normanna nell'Italia meridionale.

La Cattedrale di Melfi inoltre conserva una Madonna di stile bizantino d'incerta datazione e provenienza (il muro su cui è appoggiata non è antico) e una notevole collezione di arredi lignei barocchi. Notevoli all'interno sono la cattedra o trono vescovile, il pulpito e l'organo che insieme al soffitto a cassettoni e alla facciata sono del Settecento fatti costruire dal vescovo Spinelli. Nel transetto di destra in un grande reliquario è contenuta la statua di S. Alessandro martire patrono della città e della diocesi di Melfi. Alla fine del 2007 è stato completato il rifacimento del lastrico della piazza antistante. Durante il 2009 e ancora nel 2010 è oggetto di restauro con la pitturazione, l'installazione del riscaldamento e l'adeguamento liturgico. Il 18 maggio 2010 il cardinale Maradiaga S.D.B., ha solennemente benedetto il nuovo portone e l'intera Basilica si è arricchita di un nuovo portone, infatti il preesistente è stato ristrutturato e sono state aggiunte sei pannelli di bronzo rappresentanti: L'Annunciazione, L'Assunzione di Maria, La discesa dello Spirito Santo, I cinque concili papali tenutisi a Melfi, Il martirio di S. Alessandro e La visita pastorale del vescovo Gianfranco Todisco.

I laghi di Monticchio

Monticchio è una frazione appartenente ai comuni di Rionero in Vulture e Atella, in provincia di Potenza. Situata alle pendici del Monte Vulture, uno dei più antichi vulcani dell'appennino meridionale[senza fonte], conserva un variopinto patrimonio ambientale, che rende Monticchio una meta di visitatori soprattutto nel periodo estivo.[2] Dal 1971 è stata istituita la riserva regionale Lago piccolo di Monticchio, che rappresenta l'habitat naturale di una rara specie endemica di farfalla notturna, la Brahmaea europaea

I Laghi

Situati alla falda sud occidentale del Monte Vulture occupano le bocche crateriche dell'antico vulcano. Pur comunicando tra loro, i laghi presentano un diverso colore: il Lago Piccolo ha un colore verdastro mentre il Lago Grande tende al verde oliva.

I laghi, entrambi di forma ellittica, sono separati da un istmo largo 215 m. Il Lago Piccolo ha una superfici e di 16 ettari e perimetro di 1800 m, presenta sponde ripide che scendono fino ad una profondità di 38 m. Il Lago Grande con una superficie di 38 ettari e perimetro di 2700 m, occupa una cavità i mbutiforme, con bassifondi estesi per gran parte del bacino, che solo a nord si inabissano fino a 36 m.

Il lago piccolo a quota 658 m viene alimentato da sorgenti subacquee, da qui l'acqua defluisce attraverso un ruscello con portata di 57 litri al secondo, nel Lago Grande, a quota 656 m.

Entrambi i laghi hanno la temperatura più elevata dei laghi d'Italia.

Tra le specie vegetali lungo le rive si ricordano roveri e faggi, nelle acque le ninfee.

La fauna ittica è costituita dall'anguilla, dal triotto, dal persico reale,dalla carpa, dal carassio, dalla gambusia, dal cavedano e dalla rovella. Specie segnalate sono tinca, persico trota e l'alborella appenninica (Alburnus albidus). Durante i campionamenti non sono state campionate Alborelle del Vulture; è questo un dato allarmante da evidenziare poiché l’assenza di una specie indigena è un importante segno di alterazione dell’ambiente.[8]

Abbazia di San Michele Arcangelo 

 Edificio religioso la cui costruzione risale all'VIII secolo d.C., intorno ad una grotta abitata da monaci basiliani. Fu eretta su una grotta scavata nel tufo, nei pressi della quale sono stati ritrovati depositi votivi risalenti al IV-III secolo a.C. L'abbazia passò poi ai benedettini (che la abbandonarono nel 1456),   ai cappuccini (che fondarono una biblioteca e un lanificio) e, nel 1782 all'ordine militare costantiniano, che ne fu proprietario fino al 1866. L'intero complesso è costituito da un convento a più piani, una chiesa settecentesca e la cappella di S. Michele. 

La Grotta dell'Angelo dedicata a S. Michele è adornata da affreschi risalenti alla metà dell'XI secolo ed era il luogo dove si riunivano in preghiera i monaci italo-greci che anticamente abitavano la zona. Da qui è possibile avere un suggestivo panorama dei laghi di Monticchio.

 

martedì 28 aprile 2020

Coronavirus, Turismo: crollo verticale del settore in Italia


Da  Il Messaggero.it

L'emergenza sanitaria in atto ha provocato la paralisi dell'intera filiera che genera circa il 13% del PIL italiano (dati WTTC), il 15% dell'occupazione e 17 miliardi di euro di contributo al saldo attivo della bilancia commerciale secondo Banca d'Italia. 

L'allarme arriva da Confturismo-Confcommercio ed è confermato dall'ultimo Rapporto della Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media (Cna).

Secondo le stime elaborate da Cna nel primo semestre del 2020 i ricavi del turismo subiranno una contrazione del 73%. Il giro d'affari atteso è di appena 16 miliardi di euro rispetto ai 57 miliardi dello stesso periodo dell'anno scorso. 

Compromessa anche la stagione estiva con, tra luglio e settembre, una stima di 25 milioni in meno di stranieri. Il consuntivo del primo trimestre mostra una flessione del fatturato di 15,6 miliardi mentre per il secondo trimestre Cna prevede una contrazione di oltre 25 miliardi, anche tenendo conto di un allentamento delle misure restrittive. 

l segmento più colpito è la ricettività alberghiera ed extra-alberghiera con un crollo del giro d'affari di 13 miliardi nella prima metà del 2020, da 17 a 4 miliardi di euro. Per la ristorazione si stima un fatturato a 3 miliardi di euro contro i 10 miliardi dello stesso periodo del 2019. Calo di 6,1 miliardi per lo shopping turistico. Molto colpiti anche i trasporti turistici con una perdita di fatturato stimata a 6,7 miliardi.

Sempre secondo il Rapporto, la diffusione del virus a livello globale e le relative misure restrittive degli spostamenti si traducono nel mancato arrivo nella penisola di circa 25 milioni di stranieri nel periodo tra febbraio e giugno, pari a 82 milioni di presenze. Cna stima che tra luglio e settembre altri 25 milioni di turisti stranieri non arriveranno in Italia per 98,5 milioni di presenze in meno. In totale tra febbraio e settembre la perdita di turisti stranieri ammonta a 50,2 milioni e circa 180,8 milioni di presenze.

Sommando il calo dei turisti italiani – sottolinea Confturismo-Confcommercio – è già certa una perdita complessiva di oltre 30 milioni di turisti tra marzo e maggio pari a quasi 90 milioni di presenze in meno nelle strutture ricettive turistiche. Ma – avverte la Confederazione – le prospettive sono ancora peggiori. Sui quasi 200 miliardi di volume d'affari complessivo che il turismo genera – direttamente e tramite effetti su altri settori – le previsioni meno pessimistiche indicano una perdita nell'ordine del 60% da qui a fine anno, mentre sono totalmente fermi i viaggi degli italiani all'estero, almeno fino a estate inoltrata avrebbero dovuto essere 22,5 milioni.

"Su 1.000 euro che un turista estero spendeva fino a oggi per fare un viaggio in Italia, nel nostro PIL ne restavano 550, incluse le spese fatte qui a destinazione – osserva il presidente di Confturismo-Confcommercio, Luca Patané –. 

Questo rapporto crollerà ulteriormente se Governo e Parlamento non intervengono subito per la continuità delle nostre attività, immettendo denaro fresco, con credito accessibile e agevolato, e un indennizzo commisurato alle perdite registrate, in proporzione ai ricavi dello scorso anno mese su mese". Quello prospettato da Confturismo-Confcommercio è uno scenario che potrebbe essere "molto simile a quello delle grandi destinazioni africane del secolo scorso, quando si affacciavano per la prima volta concetti di sostenibilità economica che invitavano gli operatori del turismo dei paesi avanzati a lasciare almeno una piccola parte della ricchezza generata col loro business nelle economie locali". 

Per questo, secondo Patané, "sarebbe un imperdonabile errore se il Governo non tenesse il turismo al centro delle strategie per il rilancio dell'economia italiana alla fine dell'emergenza epidemiologica in corso. Già prima di questa crisi il settore era attaccato su ogni fronte da grandi potenze economiche internazionali e quando l'epidemia sarà finita – avverte il il presidente di Confturismo-Confcommercio – torneremo ad avere tanti turisti da tutto il mondo, ma dei loro soldi non vedremo quasi traccia, sarà tutto business di poche grandi economie straniere mondiali".

Per superare la fase più critica dell'emergenza e sostenere il settore nel medio periodo, la Cna propone, oltre agli interventi per il sostegno al reddito, l'introduzione di un bonus vacanze per le famiglie da utilizzare in Italia e in tutte le attività legate alla filiera del turismo che si caratterizza per oltre 500mila imprese. Cna auspica, inoltre, l'introduzione di voucher in sostituzione di pacchetti turistici acquistati e prenotazioni disdettate o sospese da spendere nell'ambito della filiera turistica.

Fonte:

"https://www.ilmessaggero.it/economia/news/coronavirus_turismo_crollo_verticale_del_settore_in_italia-5155970.html"
 

domenica 19 aprile 2020

eCommerce, rivoluzione coronavirus:

A fronte di un aumento inaspettato della domanda online, l’intera filiera dell’ecommerce, dai merchant alla logistica, sta moltiplicando le risorse per soddisfare le richieste in continua crescita. Così, diversi attori stanno dando priorità al rifornimento e alla consegna di prodotti di prima necessità.
L’auto-isolamento per il coronavirus porta i cittadini a cercare nel digitale la risposta alle necessità di approvvigionamento e di intrattenimento, attraverso gli acquisti online di beni primari (ma non solo) e la fruizione, ad esempio, di video on demand. 

Gli operatori della filiera del commercio elettronico stanno registrando una crescita spropositata della domanda, anche da parte di consumatori meno abituali, solitamente restii all’acquisto e ai pagamenti online. L’intero sistema della logistica e delle consegne, in collaborazione con le istituzioni italiane, si sta misurando con questa emergenza mettendo in campo tutte le risorse disponibili per garantire ai cittadini un servizio efficiente.

eCommerce: chi cresce e chi soffre nell’emergenza

Le forze impiegate da tanti operatori della GDO e dotcom sono davvero straordinarie e, in generale, anche se in questa fase non è possibile fare un’analisi accurata, si osserva che l’ecommerce sta crescendo a tripla cifra, con picchi relativamente ai settori dell’alimentare e dell’approvvigionamento domestico
In questa fase è fondamentale l’investimento nella tecnologia per gestire in sicurezza l’intera catena del valore, facendo i conti con una domanda senza precedenti e, di conseguenza, con un aumento di tutte le risorse, dai mezzi di trasporto al personale.
Esistono, altresì, settori che in questa fase stanno soffrendo più di altri anche nell’ecommerce, come il turismo e l’abbigliamento: due comparti che da sempre trainano il settore del commercio digitale in Italia e guidano l’export. 
Si pensi, in particolare, che nel 2019 quello dell’Abbigliamento era il principale comparto nell’esportazione e costituiva circa i due terzi dell’export di prodotto, seguito da Arredamento & home living (6%), Informatica ed elettronica di consumo (5,5%), Beauty (4%) e Food&Grocery (3%)[1].
I decreti attuati dal Governo per contenere la pandemia in corso, ormai estesa a livello globale, è chiaro che stanno frenando come mai prima d’ora l’economia digitale in questi settori. In mancanza di occasioni sociali e con le restrizioni di movimento attualmente in corso, l’ordine delle priorità di acquisto dei cittadini è cambiato e, una volta rientrato l’allarme sanitario, occorrerà dare segnali rilevanti di incoraggiamento, prendendo misure ad hoc per rilanciare anche questi comparti, vitali per il nostro Paese.

Emergenza sanitaria, il contributo delle diverse industrie

Tutti gli operatori delle diverse industrie stanno facendo il massimo per dare il proprio contributo in questo momento di emergenza sanitaria. 
Il settore tessile-manifatturiero sta dimostrando in alcuni casi un ottimo esempio di versatilità, convertendo in tempi rapidi la propria produzione a favore di camici e mascherine per la protezione individuale in tessuto; così come alcuni laboratori di profumi e cosmetici stanno privilegiando la produzione di igienizzanti per la persona e per la casa.
A fronte di una crescita inaspettata della domanda online, anche l’intera filiera dell’ecommerce, dai merchant alla logistica, sta moltiplicando le risorse impiegate per soddisfare le richieste in continua crescita. 
Così, diversi attori stanno dando priorità al rifornimento e alla consegna di prodotti di primaria necessità in questo periodo, come i dispositivi di protezione individuale sanitari, i beni di approvvigionamento alimentari e di igienizzazione della persona e della casa.
Nella situazione straordinaria che il nostro Paese sta affrontando, occorre specificare che ritardi e riprogrammazioni delle consegne sono determinate non dai disservizi dei venditori o degli operatori della logistica, bensì dalle difficoltà oggettive di ciascun attore della filiera, che sta lavorando incessantemente per ripristinare la piena funzionalità in una evidente situazione di difficoltà, proprio a causa dell’improvviso incremento della domanda e delle complessità che si aggiungono alle operazioni di routine.

Fonte: "https://www.agendadigitale.eu/mercati-digitali/ecommerce-rivoluzione-coronavirus-cosi-reagisce-la-filiera/"


 

lunedì 20 gennaio 2020

Ponte di Legno

Ponte di Legno, esteso per circa 100 kmq, è il secondo comune più ampio della provincia di Brescia, subito dopo Bagolino. Le frazioni di Ponte di Legno, località della Lombardia, sono Poia scutum, Zoanno, scutum, Pezzo scutum, Precasaglio scutum e Case Sparse del Tonale.

Detto in gergo Pont Dalegn, il comune si trova a nord della Valle Camonica di cui costituisce il centro più grande e confina, mediante il Passo del Tonale, con Vermiglio, città in provincia di Trento. In particolare, la frazione di Poia scutum è ubicata ad Occidente, mentre le frazioni di frazioni di Zoanno e Precasaglio sono site a nord e quella di Pezzo è relativamente in posizione isolata, a valle. L’ubicazione di Ponte di Legno è davvero singolare in quanto la località è sita tra il corso d’acqua torrenziale del Narcanello e quello del Frigidolfo, che originano il fiume Oglio, fiume di grande portata che si getta nel Po. Proprio per la notevole presenza di acqua, la zona era un tempo paludosa ed è stata più volte soggetta ad opera di bonifica, dapprima per favorire l’agricoltura, poi il turismo.

Sotto il profilo economico, diviene impossibile non citare gli introiti derivanti dall’attività turistica. Ponte di Legno, importante località alpina, divenne nel 1912, per menzione del Touring Club Italiano, la prima stazione italiana di turismo e sport invernale. Ciò ha portato ad un conseguente utilizzo delle abitazioni quali strutture ricettive, condizione che ha spinto molte persone ad emigrare.

Tra gli eventi che si tengono a Ponte di Legno, troviamo quelli basati sulla tradizione, soprattutto quelli di tipo folcloristico. In particolare, in occasione del 2 novembre, ogni anno, per la Commemorazione dei defunti, avviene la distribuzione gratuita del sale. Tanti sono, poi, gli eventi organizzati nella bella stagione, allorché la città si riempie di turisti: tra questi ci sono le passeggiate eno-gastronomiche, le sfilate di moda, i concerti e l’appuntamento con la manifestazione "Ponte di Legno Sky Night" che coniuga lo sport con il panorama della montagna e che si svolge di notte, come la sua stessa definizione indice a pensare.

In particolare, nella frazione di Ponte di Legno, denominata Pezzo, in alta Val Camonica, si svolge il Palio delle contrade: Princiul, Pluni", Pes de là e Plas che si sfidano in varie gare per aggiudicarsi la vittoria e il trionfo nella città. Ancora, sempre nella zona di Pezzo, molto sentite sono le feste in onore della Madonna della Neve che si festeggia in concomitanza di Santa Lucia, ad agosto, ed in onore dei Santi Pietro e Paolo, nella giornata del 29 giugno, con relativa sagra.

Sotto il profilo gastronomico, tanti sono i prodotti legati a Ponte di Legno. Innanzitutto, troviamo i salumi, seguiti dalla produzione di vino (ricordiamo, ad esempio, il Garda Classico, il Capriano del Colle, il Lugana e il San Martino della Battaglia) e da svariati dolci. I piatti tipici sono a base sia di pesce che di carne, da accompagnare con le birre tipiche, finendo con i distillati (ottimi quelli provenienti dai migliori vitigni del territorio, ovvero la Barbera, la Bonarda, il Pinot nero, il Cabernet, il Merlot e il Nebbiolo) e le grappe.

In particolare, menzioniamo tra le produzioni tipiche quella dell’olio d’oliva, di origine antica, che dà vita all’olio D.O.P. prodotto sul lago di Garda e sul lago d’Iseo. Da non dimenticare sono le produzioni di pasta e cereali che generano la conosciuta farina utilizzata per la polenta della zona del bergamasco. Altra produzione tipica è il miele, soprattutto quello d’acacia, ricavato dai fiori di obinia pseudoacacia, di colore giallo chiaro e dal sapore delicato, non dimenticando quello di castagno e di tarassaco
Ancora, tra le conserve, quelle più diffuse a Ponte di Legno e nel bresciano in generale, sono quelle di pesche e di mele. Dalle prime, in particolare, si ricava la cosiddetta Persicata. Tra i salumi, spiccano quelli realizzati con carne di capriolo e di suino, in particolare, la salsesa che indica in gergo la salsiccia. Buono anche il salame di Quinzano che può essere mangiato sia cotto che crudo. Tra i primi piatti tipici troviamo: i pizzoccheri di Teglio, i pizzoccheri alla Valtellina, il riso in cagnone, i Casonsei, le tagliatelle con la lingua, il risotto allo zafferano o con funghi, mentre tra i secondi menzioniamo lo spezzatino di manzo, la Cassoela, il famoso stracotto di manzo, l’ossobuco alla milanese e il brasato.

Ponte di Legno fa parte dell’Unione di comuni dell'Alta Valle Camonica, insieme con i comuni di Temù, Vione, Vezza d'Oglio, Incudine e Monno, oltre ad essere gemellata con la cittadini di Recco.

Sotto il profilo turistico, di certo la prima ragione che spinge a venire a Ponte di Legno è l’amore per lo sci: il comune, infatti, è tra le maggiori località sciistiche d’Italia ed è dotato di circa 10 km di piste che si avvalgono della la funzione di innevamento artificiale che collega in tempi rapidi, in meno di 15 minuti, la città di Ponte di Legno con il Passo del Tonale, frazione del comune di Vermiglio. 

Fonte: "https://www.paesionline.it/italia/guida-ponte_di_legno"

Fonte:

lunedì 11 novembre 2019

Montalbano Jonico

Montalbano Jonico (Mons Albanus in latino, Mundalbānë in dialetto locale, fino al 1863 chiamata Mont'Albano) è un comune italiano di 7 152 abitanti[1] della provincia di Matera in Basilicata.
Il 2 aprile 2009 il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha insignito il comune di Montalbano Jonico del titolo onorifico di città.



Hanno avuto sede alcuni corsi e servizi dell'Università degli Studi Magna Græcia di Catanzaro. Attualmente è in fase di attuazione la ricostruzione del sito storico delle case di via de Albertino, nonché l'apertura di nuovi cantieri in centro. Una delle maggiori attrazioni turistiche nei pressi del centro abitato è sicuramente il parco regionale dei calanchi; nel centro storico si possono ammirare la chiesa di Santa Maria dell'Episcopio e la Porta dell'Orologio, detta anche Porta del Castello. Durante il periodo estivo la popolazione aumenta fino a sfiorare la soglia di 20000 abitanti. 


Montalbano Jonico sorge a 292 m s.l.m. nella parte sud-occidentale della provincia, tra i fiumi Cavone, che lo separa da Pisticci (25 km) a est, e Agri, che lo divide da Tursi (16 km) a ovest. A sud confina con il comune di Scanzano Jonico (17 km), mentre a nord con Craco (25 km) e Stigliano (46 km). Dista 72 km da Matera e 118 km dal capoluogo di regione Potenza. Il territorio è in massima parte collinare. Di notevole impatto paesaggistico e naturalistico la presenza dei calanchi. Per la presenza di terreno prevalentemente argilloso (di qui il nome delle cosiddette "argille di Montalbano") il paese è da sempre soggetto a frane che ne hanno, nel tempo, modificato l'aspetto, creando oltretutto parecchi problemi alla popolazione.
«Montalbano Jonico è una graziosa cittadina della Basilicata posta sopra uno spazioso ed ameno colle, che ha dietro l'Appennino, e guarda dinanzi il mar Jonio, da cui non è lungi più che otto miglia. Io nel 1826, ritornando da Corfù, vi passai alcune ore; e della bellezza di quel paesaggio, uno dei più belli dei tanti belli della, pur troppo, bellissima Italia, ne conservo tuttavia fresca la memoria.»
(Giuseppe Bianchetti)

Aree naturali


Le creste argillose disegnate dall'erosione che circondano la collina di Montalbano Jonico racchiudono un importante patrimonio scientifico poiché formatosi nell'arco di oltre un milione di anni. Il geosito di Tempa Petrolla è un condensato di storia, economia e natura. È stata di recente richiesta la salvaguardia di tale zona, ed in data 18 gennaio 2011 il Consiglio Regionale di Basilicata ha approvato un disegno di legge sull'istituzione della Riserva naturale speciale dei Calanchi di Montalbano Jonico.
La riserva dei Calanchi di Montalbano Jonico è candidata a rappresentare a livello mondiale la sezione "ideale" del Pleistocene Medio (Global stratotype section for the Early-Middle Pleistocene) e si contende il Golden Spike, che sarà assegnato nel 2016, con una vallata nel crotonese e un geosito giapponese.

lunedì 12 agosto 2019

Cropani Marina

Località turistica e balneare, è il centro delle attività economiche e produttive del comune di Cropani, con la presenza di una delle zone industriali più attive del territorio.
L'abitato è compreso tra il torrente Crocchio e il torrente Scilotraco. È attraversato dalla Strada statale 106 Jonica, e perciò molto trafficato a causa della vicinanza a Crotone e a Catanzaro. Confina con i comuni di Sellia Marina e Botricello, è sul mare ma allo stesso tempo a 20 minuti dai boschi della Sila e a 10 minuti dalla Riserva Naturale delle Valli Cupe. Il clima è tipicamente mediterraneo, con estati torride e inverni miti. 

Nasce intorno alla stazione ferroviaria e si espande ormai dalla strada statale 106 sino al mare agli inizi del 1900 per opera dei sersalesi. Da segnalare l'antica torre del Crocchio, vecchia postazione d'avvistamento utilizzata per la sorveglianza della costa dai sempre più frequenti attacchi saraceni. da segnalare anche i siti archeologici di interesse, la villa romana, sulla collina denominata Basilicata , domina il mare, bellissima e ancora ben visibile la pavimentazione, vicino alla villa, salendo un po' più su, un cimitero con un centinaio di tombe curiosamente rivolte verso il sole che nasce sul mare.ed infine il sito magnogreco di Acqua di Friso presso la collina adiacente denominata Arvani.
È da sempre centro di attività commerciali, prima con la lavorazione e il commercio dei legnami, e poi pian piano con il turismo. Sono attivi numerosi villaggi turistici, situati lungo la fascia costiera.
Fino al 1946 era suddivisa fra i comuni di Albi e di Magisano; in tale data passò interamente al comune di Cropani.


Tradizioni e folclore

Si ricordano le ricorrenze tradizionali della festa del 1º maggio o dei lavoratori e la festa di Sant'Antonio da Padova in giugno, patrono di Cropani marina.
Piatti tipici della zona sono le m'parrettate, pasta fatta in casa e filata a mano, i molti dolci tra i quali si ricordano la pittanchiusa, tipico dolce natalizio a base di farina, uova e uva passa e infine la cuzzupa, dolce pasquale.

La Cattedrale di Santa Maria Assunta di Melfi

La cattedrale di Santa Maria Assunta è il monumento religioso più importante del centro storico di Melfi . Nel gennaio del 1958 papa Pio X...