martedì 28 aprile 2020
Coronavirus, Turismo: crollo verticale del settore in Italia
L'allarme arriva da Confturismo-Confcommercio ed è confermato dall'ultimo Rapporto della Confederazione Nazionale dell'Artigianato e della Piccola e Media (Cna).
l segmento più colpito è la ricettività alberghiera ed extra-alberghiera con un crollo del giro d'affari di 13 miliardi nella prima metà del 2020, da 17 a 4 miliardi di euro. Per la ristorazione si stima un fatturato a 3 miliardi di euro contro i 10 miliardi dello stesso periodo del 2019. Calo di 6,1 miliardi per lo shopping turistico. Molto colpiti anche i trasporti turistici con una perdita di fatturato stimata a 6,7 miliardi.
Per questo, secondo Patané, "sarebbe un
imperdonabile errore se il Governo non tenesse il turismo al centro delle strategie per il rilancio dell'economia italiana
alla fine dell'emergenza epidemiologica in corso. Già prima di questa
crisi il settore era attaccato su ogni fronte da grandi potenze
economiche internazionali e quando l'epidemia sarà finita – avverte il
il presidente di Confturismo-Confcommercio – torneremo ad avere tanti
turisti da tutto il mondo, ma dei loro soldi non vedremo quasi traccia,
sarà tutto business di poche grandi economie straniere mondiali".
"https://www.ilmessaggero.it/economia/news/coronavirus_turismo_crollo_verticale_del_settore_in_italia-5155970.html"
domenica 19 aprile 2020
eCommerce, rivoluzione coronavirus:
A fronte di un aumento inaspettato della domanda online, l’intera
filiera dell’ecommerce, dai merchant alla logistica, sta moltiplicando
le risorse per soddisfare le richieste in continua crescita. Così,
diversi attori stanno dando priorità al rifornimento e alla consegna di
prodotti di prima necessità.
L’auto-isolamento per il coronavirus porta i cittadini a
cercare nel digitale la risposta alle necessità di approvvigionamento e
di intrattenimento, attraverso gli acquisti online di beni
primari (ma non solo) e la fruizione, ad esempio, di video on demand.
Gli operatori della filiera del commercio elettronico stanno registrando
una crescita spropositata della domanda, anche da
parte di consumatori meno abituali, solitamente restii all’acquisto e ai
pagamenti online. L’intero sistema della logistica e delle consegne, in
collaborazione con le istituzioni italiane, si sta misurando con questa emergenza mettendo in campo tutte le risorse disponibili per garantire ai cittadini un servizio efficiente.
eCommerce: chi cresce e chi soffre nell’emergenza
Le
forze impiegate da tanti operatori della GDO e dotcom sono davvero
straordinarie e, in generale, anche se in questa fase non è possibile
fare un’analisi accurata, si osserva che l’ecommerce sta
crescendo a tripla cifra, con picchi relativamente ai settori
dell’alimentare e dell’approvvigionamento domestico.
In questa
fase è fondamentale l’investimento nella tecnologia per gestire in
sicurezza l’intera catena del valore, facendo i conti con una domanda
senza precedenti e, di conseguenza, con un aumento di tutte le risorse,
dai mezzi di trasporto al personale.
Esistono, altresì,
settori che in questa fase stanno soffrendo più di altri anche
nell’ecommerce, come il turismo e l’abbigliamento: due comparti
che da sempre trainano il settore del commercio digitale in Italia e
guidano l’export.
Si pensi, in particolare, che nel 2019 quello
dell’Abbigliamento era il principale comparto nell’esportazione e
costituiva circa i due terzi dell’export di prodotto, seguito da
Arredamento & home living (6%), Informatica ed elettronica di
consumo (5,5%), Beauty (4%) e Food&Grocery (3%)[1].
I decreti attuati dal Governo per contenere la pandemia in corso, ormai estesa a livello globale, è chiaro che stanno frenando come mai prima d’ora l’economia digitale in questi settori. In mancanza di occasioni sociali e con le restrizioni di movimento attualmente in corso, l’ordine delle priorità di acquisto dei cittadini è cambiato e, una volta rientrato l’allarme sanitario, occorrerà dare segnali rilevanti di incoraggiamento, prendendo misure ad hoc per rilanciare anche questi comparti, vitali per il nostro Paese.
I decreti attuati dal Governo per contenere la pandemia in corso, ormai estesa a livello globale, è chiaro che stanno frenando come mai prima d’ora l’economia digitale in questi settori. In mancanza di occasioni sociali e con le restrizioni di movimento attualmente in corso, l’ordine delle priorità di acquisto dei cittadini è cambiato e, una volta rientrato l’allarme sanitario, occorrerà dare segnali rilevanti di incoraggiamento, prendendo misure ad hoc per rilanciare anche questi comparti, vitali per il nostro Paese.
Emergenza sanitaria, il contributo delle diverse industrie
Tutti
gli operatori delle diverse industrie stanno facendo il massimo per
dare il proprio contributo in questo momento di emergenza sanitaria.
Il settore tessile-manifatturiero sta dimostrando in alcuni casi un ottimo esempio di versatilità,
convertendo in tempi rapidi la propria produzione a favore di camici e
mascherine per la protezione individuale in tessuto; così come alcuni
laboratori di profumi e cosmetici stanno privilegiando la produzione di
igienizzanti per la persona e per la casa.
A fronte di una
crescita inaspettata della domanda online, anche l’intera filiera
dell’ecommerce, dai merchant alla logistica, sta moltiplicando le
risorse impiegate per soddisfare le richieste in continua crescita.
Così, diversi attori stanno dando priorità al rifornimento e
alla consegna di prodotti di primaria necessità in questo periodo, come i
dispositivi di protezione individuale sanitari, i beni di
approvvigionamento alimentari e di igienizzazione della persona e della
casa.
Nella situazione straordinaria che il nostro Paese sta affrontando, occorre specificare che ritardi e riprogrammazioni delle consegne sono determinate non dai disservizi dei venditori o degli operatori della logistica, bensì dalle difficoltà oggettive di ciascun attore della filiera, che sta lavorando incessantemente per ripristinare la piena funzionalità in una evidente situazione di difficoltà, proprio a causa dell’improvviso incremento della domanda e delle complessità che si aggiungono alle operazioni di routine.
Nella situazione straordinaria che il nostro Paese sta affrontando, occorre specificare che ritardi e riprogrammazioni delle consegne sono determinate non dai disservizi dei venditori o degli operatori della logistica, bensì dalle difficoltà oggettive di ciascun attore della filiera, che sta lavorando incessantemente per ripristinare la piena funzionalità in una evidente situazione di difficoltà, proprio a causa dell’improvviso incremento della domanda e delle complessità che si aggiungono alle operazioni di routine.
Fonte: "https://www.agendadigitale.eu/mercati-digitali/ecommerce-rivoluzione-coronavirus-cosi-reagisce-la-filiera/"
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